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Glastonbury Festival: My review

Autore: Marco Bonadeo (outofcontrol)

Non amo scrivere o fare recensioni su eventi, fatti o concerti che per un motivo o per l'altro mi hanno segnato in maniera indelebile, ma per Glastonbury 2011 penso sia il caso di fare un'eccezione.

L'intento di questo topic non vuole essere sentimentalistico o adulatorio, ma una semplice ricostruzione di una 5 giorni veramente incredibile e incentrata non solo sugli U2. In particolare mi preme esprimere alcune impressioni che ho avuto e che mi sembra non siano arrivate fino a qui.

La location del Glastonbury Festival è qualcosa di difficilmente immaginabile ed è realmente impressionante vista dal vivo: 360 ettari di terreno recintato con una forma leggermente a valletta sui cui lati sono piazzate decine di migliaia di tende colorate a pochissimi centimetri l'una dall'altra. A stima penso che almeno 120 000 persone abbiano campeggiato in tenda.
Dopo una manciata di ore il 100% del terreno calpestabile si è trasformato in un'immensa distesa di fango (spessa dai 5 ai 25 cm), la cui densità variava proporzionalmente alla quantità di pioggia caduta e alla presenza o meno del sole. Credo non esista in Europa un altro posto così fangoso (lo spero almeno) dove così tanta gente passa tutto quel tempo.

Palchi ed eventi ovunque, a qualsiasi ora e di qualsiasi genere: musica pop/rock/indie/dance/techno/celtica/etnica, attività circensi e quant'altro possa venire in mente.

La popolazione del festival è stupefacente: si è parlato di 175 000 presenze, per lo più giovani tra i 18 e i 30 anni, ma anche tantissime famiglie con bambini e neonati, 50/60enni, disabili. Di tutto. Quasi tutti però britannici o irlandesi, più del 90% sicuramente.

Il pubblico direi che non è quello che si definirebbe "indie": tanta gente a cui piace la buona musica e senza preconcetti su generi e band, che si tratti degli U2, di Beyoncè, dei Kaiser Chiefs o di buona techno mixata da bravi DJ. Quindi sicuramente eliminerei l'etichetta di festival indie, perchè mi sembra una definizione molto impropria.

Il concerto degli U2 è stato qualcosa di realmente impressionante, con uno show progettato fin nei minimi dettagli. Minimalista (molto più "semplice" come strutture utilizzate rispetto agli show dei Coldplay e di Beyoncè), ma imponente allo stesso tempo.
Pubblico del Pyramid Stage non caricato granchè con gli artisti precedenti: il generosissimo B.B. King dimostra tutti i suoi anni e da subito mi ha dato l'impressione di non poter essere presente la sera per un eventuale duetto. Dopo essere entrato con grande lentezza per il suo set (debitamente accompagnato) si è subito accomodato su una sedia. Penso che alle 22, al momento dell'inizio dello show degli U2, fosse già a dormire sonni tranquilli.

Lo show con le immagini più classiche delle canzoni (ZooTV, Vertigo, Get On Your Boots con inno e bandiera inglese..) è stato per me geniale, stupendo e un vero e proprio bombardamento audio e video Sulla cinquina iniziale tratta da Acthung Baby non c'era alcun dubbio di essere tornati allo ZooTV: non me ne frega una mazza di com'era nel 1992/93 perchè ora lo so da me com'era.

Vorrei sfatare un altro mito da festival da lancio di pomodori: Vertigo e Elevation hanno riscosso un gran successo, tutti che saltavano, ballavano e cantavano, ben più che su Out Of Control e Bad, tanto per dire.
Se poi la gente canta, balla, salta e ride ma in realtà schifa certe canzoni.. Beh, allora fatico a capire i processi di causa - effetto.

La band mi è sembrata molto concentrata e sul pezzo, sicuramente ha affrontato con grande serietà l'impegno, direi al pari di Beyoncè che visibilmente emozionata ha sfoderato uno show clamoroso.

Il finale del concerto (come molti sanno) per me è stato da infarto: ho coronato uno dei miei più grandi sogni in una maniera totalmente inaspettata e clamorosa. Ci sarebbe solo una cosa da dire: grazie U2, non lo dimenticherò mai, anche se non saprete mai quanto questo abbia significato per me.

Clamorosi tutti i set del weekend, in particolare i Kaiser Chiefs e Beyoncè. Anche i Coldplay (che continuo a non apprezzare) hanno regalato un grande spettacolo a un grande pubblico.

Menzione d'onore al gruppo pop/indie/dance indiano che venerdì a mezzogiorno suonava al G Stage: nonostante lo scheduling non riesco a capire chi foste, ma siete i migliori di Glastonbury.

Il tutto, come sempre, è solo la mia modestissima opinione

Un grosso grazie a Zambo, Federico, Andrea e Rudy per la compagnia e le risate di questi bellissimi giorni!!!

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