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The Joshua Tree Tour Experience: Roma 1987 by Max e Maurizio

Tags: Roma, joshua tree, 1987, joshua tree tour experience, stadio flaminio, terremoto


Proseguiamo il nostro cammino attraverso le esperienze dirette di chi è stato presente ai concerti del Joshua Tree Tour iniziato con le date di Modena 1987. Oggi parliamo del concerto dello Stadio Flaminio a Roma del 27 maggio 1987...terremoto a Roma...earthquake in Rome! Ci guidano lungo questo percorso Max e Maurizio che ringraziamo per aver condiviso i loro ricordi, foto ed articoli di giornale di quel periodo. Se volete partecipare anche voi a questa iniziativa e parlarci di come avete vissuto i concerti del Joshua Tree Tour o far crescere le raccolte di foto di quegli show potete scriverci al seguente indirizzo email: joshuatree@u2place.org oppure partecipare alla discussione dedicata sul nostro forum: JT Tour Experience - U2place.com Forum - Roma 1987

ROMA 1987 - Rassegna Stampa - U2place.com - [CLICCA PER VISUALIZZARE E SCARICARE GLI ARTICOLI DI GIORNALE IN FORMATO PDF]

Prima di lasciarvi ai racconti vi proponiamo alcuni video tra cui uno speciale televisivo trasmesso dalla RAI contenente un'intervista alla band effettuata dopo il concerto ed una "chiacchierata" tra Bono e Ron Wood:

I Will Follow



Speciale TV - Roma 87 - Parte 1



Speciale TV - Roma 87 - Parte 2




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RIASCOLTANDO QUEL BOOTLEG IN VINILE (Bravox)


Chiuso nella riservatezza e nel silenzio della mia stanza, rispolvero un disco lasciato troppo tempo in una parte remota e dimenticata del mio cervello in questa epoca digitale.
La sua copertina, le foto, i ritagli dei giornali e delle riviste che avevo con tanta pazienza e volontà cercato e custodito al suo interno, il profumo del vinile, rievocano in me emozioni che avevo dimenticato. Accendo nostalgicamente il giradischi, parte la musica ed inizia in me un tuffo nel passato; quanti bei ricordi riascoltando quel bootleg…

Venivo dal calore del “fuoco indimenticabile”, un’atmosfera eterea che mi aveva coinvolto appieno con quei suoni avvolgenti e mistici. Un album così particolare in un periodo per me di ricerca di nuove sensazioni musicali dopo l’era dei “mostri sacri” del rock come Queen, Deep Purple, Genesis, Pink Floyd.

Gli U2 mi colpirono subito con quello strano stile di suonare la chitarra di Edge e soprattutto con il modo di cantare di quel ragazzino di Bonovox capace di cambiare tonalità più volte all’interno di una stessa canzone e di fomentare le folle arrampicandosi sui tralicci durante i concerti. La loro freschezza e innovazione in quell’epoca di cambiamenti mi aveva totalmente rapito. Con The Unforgettable Fire e l’avvento di Brian Eno e Daniel Lanois mi sorprese il loro cambio di musicalità che, non lo nego, mi fece inizialmente barcollare. Ma fu proprio il loro essere camaleontici, il non adagiarsi mai sugli allori ed intraprendere nuove strade, come poi avverrà anche in futuro, a fare crescere in me un amore sempre più profondo nei loro confronti. Altro disco e altro cambiamento. Correva il tempo dell'albero di Josuè, era l'anno del signore 1987, nuove strade e nuovi orizzonti da percorrere, stavolta quelli americani.

Mi chiesi subito se l’influenza di quello stile a me non molto congeniale avrebbe potuto intaccare il mio nuovo amore musicale, ma fortunatamente durò solo l’attimo di porre il vinile sul piatto e far partire quel capolavoro di “Streets” che tutti i miei dubbi si dissolsero come d’incanto.

Iniziò così l’era di Joshua Tree, di quell’alberello che pur crescendo nel deserto avrebbe dato i suoi frutti (e che frutti) che tuttora ci sfamano.Ricordo ancora la gioia immensa che mi pervase quando venni a conoscenza che i miei (nostri) quattro paladini sarebbero venuti a suonare di nuovo in Italia e avrebbero iniziato la leg europea del tour proprio quì a Roma in casa mia!
Naturalmente l'occasione era di quelle da non perdere assolutamente, perciò mi buttai subito alla ricerca di notizie più approfondite assieme ad un mio amico che me li aveva fatti conoscere qualche anno prima (e che ancora ringrazio). All'epoca, internet era quasi un'utopia perciò occorreva farsi in quattro per sapere qualcosa in più. Girammo in lungo ed in largo per le ricevitorie e comprammo tutti i giornali specializzati ed alla fine riuscimmo a venire a conoscenza di un numero di telefono dove ricevere le informazioni tanto agognate. Una volta conosciuta la data del concerto e dove avrebbero messo in vendita i biglietti non ci mancava che sapere quando poter acquistare questi ultimi. Comprato il biglietto, iniziò la spasmodica ed impaziente attesa del giorno dell' evento; il 27 Maggio del 1987! Capirete sicuramente come trascorsi quel "lunghissimo" tempo; tra l'ascoltare le loro canzoni e scambiare opinioni su come sarebbe stato il concerto e quali canzoni avrebbero suonato e quelle che speravo di ascoltare.

Allora per avere un’idea approssimativa della scaletta dovetti aspettare con impazienza il primo concerto del tour che si svolse a Tempe in Arizona e cercare in edicola qualche giornale o rivista del settore che recensiva tale data. Fu così anche per le date successive, una ricerca affannosa che portò a scarsi risultati visto la difficoltà di reperire tali informazioni.
Un’ansia infinita, (poi ripagata alla grande) che sembrava non terminare mai ed aumentare con l’approssimarsi del mio primo loro concerto.

Poi, finalmente, ecco il giorno tanto atteso. Ricordo che ero come in trance; avevo già da tempo preso quel giorno di ferie al lavoro; e mi incamminai verso lo stadio flaminio con il mio biglietto ben custodito nel portafoglio (avevo una paura matta di perderlo). Non avevo portato con me ne binocoli ne tantomeno registratorini e macchine fotografiche; volevo godermi appieno il mio primo concerto; urlare, saltare, cantare, perdermi nella folla esultante, essere un tutt'uno con Bono con Larry con Adam e con The Edge, tanto ero convinto che avrei trovato subito o quasi il bootleg del concerto.

Arrivai davanti ai cancelli verso le due del pomeriggio, c'era ressa ma nulla a confronto con gli accampamenti di oggi o perfino con lo ZooTV Tour. Riuscii ad entrare relativamente presto e a piazzarmi sul prato leggermente a sinistra guardando il palco (lato Edge) ad una trentina di metri di distanza. Ricordo le prime ore di attesa col sole che picchiava e gli spruzzi d'acqua per rinfrescarsi; ecco forse quello è stato il momento in cui avrei voluto che il tempo scorresse più in fretta. Poi l'imbrunire finalmente; i gruppi spalla che iniziano a suonare fra i quali ricordo distintamente Chris Hynde ed i Pretenders ed io che mi chiedevo perchè seppur abbastanza famosi facevano da "guest star". La folla inizia a chiamare fuori gli U2, ormai è giunta l'ora; il telone che si apre, il Joshua tree sullo sfondo, la penombra, le prime note di "Streets" che iniziano, Bono incomincia a cantare, il delirio e poi.....l'oblio.

Le canzoni si susseguono una dopo l’altra ma solo ora, a distanza di tempo, mi rendo conto di avere avuto la fortuna di ascoltare tre perle rare quali “Trip Trough Your Wires” (mai più eseguita dopo la fine del tour), “Exit” (eseguita solo un’altra volta durante il Lovetown Tour) e “In Gods Country” (suonata solamente in altre sette occasioni tra il Lovetown Tour e l’Elevation Tour).
Prima di “I Still Haven’t Found” Bono infiamma lo stadio: “Questo posto è grande…ma noi e voi…siamo più grandi!”. Vi lascio immaginare la reazione di tutti noi. L’esecuzione di “Bullet The Blu Sky” è scarna e tirata al massimo. Man mano che le canzoni scorrono anche la mia voce viene fuori dalla bocca come da un torrente in piena. Le canto tutte, indistintamente, senza saltarne una, per poi accorgermi solamente il giorno dopo di essere diventato afono.

In un momento e in un crescendo assordante, tutto lo stadio si mette a battere con i piedi sul cemento delle tribune fino a fare un rumore così roboante associato ad una vibrazione tremenda da far pensare ad un violentissimo terremoto. Poi quando Bono, dopo "Sunday bloody Sunday", si scusò per la sua voce non al meglio quella sera, raccontando che un dottore gli aveva detto di non temere perché il pubblico di Roma avrebbe cantato per lui, ci fu l'apoteosi che si inghiottì la successiva "Help" e di seguito quel gioiello che può essere solamente una canzone come "Bad". Pian piano senza accorgermi, la serata stava giungendo al termine. La band rientra per l’encore regalandoci probabilmente la più bella “With Or Without You” dell’intero tour con uno stupendo snippet di “Shine Like Stars” e quando alla fine di "40" io e tutto lo stadio intonavamo "how long to sing this song" e le luci si andavano spegnendo, ebbi la consapevolezza che, come al solito, l'evento di per se stesso è l'apice di tutto ma è l'attesa quella che poi ti rende tutto più bello.

Tornai a casa con indosso una maglietta comprata per l’occasione che ancora oggi tengo a mò di cimelio, strafelice per tutte le sensazioni stupende che quei quattro irlandesi (come mi aspettavo) avevano saputo darmi e mi addormentai ancora più felice pensando che tutte le emozioni vissute in quella magica serata le avrei rivissute ogni qualvolta avrei voluto…riascoltando quel bootleg in vinile.

Maurizio (Bravox)


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QUESTO POSTO E’ GRANDE…MA NOI E VOI SIAMO PIU’ GRANDI…. (Maxevivi)


Sono passati piu’ di due anni da quando ho visto inconsapevolmente LA LUCE . Inconsapevolmente, perché essere trascinato a 16 anni “dagli amici piu’ grandi” fino a Milano a vedere un gruppo rock dublinese conoscendone solo un paio di pezzi, nel 1985 non era molto consueto. Di ritorno dal Palatenda di Lampugnano mi affrettai a farmi una copia della musicassetta C90 con il Fuoco Indimenticabile su un lato e Sotto il Cielo Rosso Sangue sull’altro. Nastro Consumato!!! Quindi spasmodica ricerca del Bambino, Ottobre ed il bambino, ormai cresciuto, con l’elmetto. Amore al primo ascolto!!!

In quel periodo non esistevano Internet e U2place, in tv si parlava solo di Duran Duran e Spandau Ballet, e per sapere le news sui nostri amati aspettavamo l’uscita della rivista Mucchio Selvaggio e con ansia l’arrivo della Fanzine FIRE, (alla quale io e i miei compagni di liceo ci eravamo abbonati) antesignana degli attuali siti Internet dedicati alla band, che fino alla primavera inoltrata del 1987 veniva confezionata con fotocopie, rilegatura a mano e tanto amore…bei tempi! A febbraio 1987 arrivò il numero speciale che preannunciava l’uscita dell’ Albero di Giosuè ed un imminente tour europeo negli stadi. Il pomeriggio dell’uscita dell’ album, appena usciti dal liceo, ci precipitammo dal nostro negoziante di dischi di fiducia, il mitico Rock & Folk di Torino , per acquistare la nostra copia e per chiedere informazioni sui biglietti dei concerti italiani. Mentre la puntina del giradischi consumava i solchi dell’Albero, restavano da convincere i genitori a darci il permesso per il viaggio...spiegando che, tutto sommato, la promozione scolastica era abbastanza acquisita, ma soprattutto preventivare un periodo di vita “monastica” al fine di risparmiare sulla paghetta settimanale e poterci pagare le spese per treno e biglietti.

Un paio di mesi di attesa e finalmente si parte, bagaglio essenziale e mal di schiena preventivato, col treno “espresso” (già...a quei tempi si chiamava cosi’…altro che Freccia...) da Torino Porta Nuova direzione Roma Termini. Giunti nella mattinata del 27, dopo qualche kilometro in autobus arriviamo allo stadio, caldo bestiale e già moltissime persone agli ingressi, giusto il tempo di acquistare la bandiera che riproduce l’immagine presente sul biglietto (alcuni Placers incrociati in fila all’ultimo tour l’hanno vista da me indossata) e subito in fila. I cancelli si aprono con un certo ritardo, verso le 15, ed ovviamente si verifica la solita calca tipicamente italiana con spintoni, malori, litigi annessi e connessi. Entrati, siamo a metà prato e ci sediamo per terra, abbastanza disidratati e in attesa dei gruppi di spalla che accompagneranno molto rumorosamente l’attesa dei nostri quattro.

Poco prima delle 21,30 si spengono le luci, l’attesa spasmodica è finita, parte l’intro di STREETS...il volume è a palla…trema tutto…arriva Bono…HELLO ROMA! Lo stadio si illumina a giorno ed il boato del pubblico è immenso. Seguono FOLLOW, tutti saltano e noi da metà prato ci ritroviamo quasi sotto il palco, TRIP THROUGH YOUR WIRES con armonica blues e poi FOUND: parte il coro da stadio ale-ooo con Bono emozionato che in uno stentato italiano dice “questo posto è grande..ma noi e voi siamo piu’ grande(i)”...l’ideale abbraccio tra la band e il pubblico nello stadio si è compiuto, segue il gran finale di Exodus in onore di Bob Marley! Per un attimo con M.L.K prendiamo fiato, poi luci rosse ed UNFORGETTABLE FIRE, la voce di Bono comincia ad avere qualche cedimento (scopriremo poi che i medici gli avevano intimato di non parlare…) ma non la potenza sonora della band che attacca BULLET…Outside It’s America…Tonight is Roma! ed assolo potentissimo di The Edge! Struggente versione di RUNNING ed una grandissima EXIT con snippet finale Riders on the Storm dei Doors. Si ri-comincia a “pogare” e “saltare” sulla tagliente chitarra di IN GOD’S COUNTRY…forse troppo, infatti alcuni ragazzi sotto il palco si sentono male e persino Bono al termine del brano chiede a tutti di stare “calmi”.

Parte SUNDAY e viene di nuovo giù lo stadio, Bono è carico a pallettoni ma la voce se ne sta andando…infatti con grande sorpresa chiede implicitamente (anche se non ce n’è stato bisogno) un aiuto canoro al pubblico intonando HELP dei Beatles. Si prosegue con una intensissima versione di BAD cantata sul finale da tutto lo stadio, citando Ruby Tuesday degli Stones e riportandoci alla mente la performance di Wembley allo storico Live Aid, e poi con la consueta doppietta OCTOBER – NEW YEAR’S DAY. Parte il gran finale con PRIDE ed una ragazza del pubblico viene fatta salire da Bono sul palco…Roma This is Angela (credo fosse il suo nome) e cori per Lennon e Biko...poi WITH OR WITHOUT YOU con snippet Love will tears us apart dei Joy Division… e troppo presto…arriva il Salmo 40 con coro finale del pubblico anche fuori dallo stadio…How Long...to sing this song!!!

Usciamo sfiniti ma entusiasti del concerto, sicuramente piu’ corto rispetto a Modena 29/5 a causa dei problemi di voce di Bono e ad alcuni problemi tecnici che inevitabilmente all’esordio del tour outdoor si sono verificati nel pomeriggio. La mia carnagione pallida è ustionata dal sole preso durante tutto il pomeriggio ma l’anima è invasa dal Fuoco-musicale-Indimenticabile della band. Ci tocca tornare in stazione dove dovremo aspettare il primo treno di ritorno la mattina presto. Il giorno dopo dobbiamo tornare a scuola….e leggere gli articoli dei giornali che ci siamo fatti ritagliare dai genitori. Intanto quellla sera stessa gli U2 saranno a Modena per la prima data e noi aspettiamo il sabato mattina…si ripartirà per Modena-seconda data…A SORT OF HOMECOMING…ma questa è un’altra storia.

Max (Maxevivi)
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Se questi ricordi vi hanno fatto venire voglia di riascoltare il concerto di Roma 1987 allora potrete farlo tramite questo link ad U2torrents: U2 - Roma 27 Maggio 1987 - AUDIO - Earthquake in Rome (Remastered)

A presto per la prossima tappa della Joshua Tree Tour Experience!

[caption id="attachment_9695" align="aligncenter" width="569"]The Joshua Tree Tour a Roma nel 1987 The Joshua Tree Tour a Roma nel 1987[/caption]

Scritta da: Mlk il 26/04/2012

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