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U2, An Irish Phenomenon, intervista con l'autrice

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Nell’aprile di quest’anno è stato pubblicato “U2, An Irish Phenomenon”, scritto da Visnja Cogan, che ha riadattato ed ampliato la sua tesi di dottorato per il grande pubblico e il risultato è questo libro, per il quale si è anche avvalsa dell’aiuto di fan francesi e di tutto il mondo.
U2achtung.com, il sito francese che ha collaborato con l’autrice, ha pubblicato questa intervista che qui riportiamo in italiano


 


U2achtung.com: Come è iniziata? Da dove è venuta l’idea di questo libro?


Visnja Cogan: Tutto è iniziato negli anni 80, quando, durante i miei studi di inglese, ho scoperto di poter presentare una tesi di laurea in studi irlandesi, ai quali mi sono dedicata con impegno per un anno. Avevo già deciso di continuare con il dottorato, ma volevo lavorare su un argomento più di tipo culturale (la mia tesi di laurea si basava sull’Irlanda del Nord e i tribunali Diplock, composti da un solo giudice che giudicava i presunti terroristi durante gli anni 70). Quando ho incontrato il mio direttore di ricerca, Paul Brennan, per parlare con lui del mio dottorato, avevo già in mente di fare una ricerca sugli U2 e di continuarla per la tesi.


Ricordo molto bene quel giorno. Prima ancora che aprissi bocca, Brennan mi ha detto: “Potresti studiare gli U2 come fenomeno sociologico”. Sono rimasta senza voce per un istante, chiedendomi come avesse potuto leggere così bene nei miei pensieri. Dato che era un uomo di molte ambizioni nei confronti dei propri studenti, mi ha anche detto che dovevo pensare di far pubblicare la mia tesi una volta finita. Così ho fatto il mio dottorato, poi sono andata a vivere a Dublino con il mio marito irlandese.


Lì ho lavorato come insegnante di francese, prima all’Alliance Française, poi all’università. Allo stesso tempo, ho iniziato a lavorare sulla mia tesi. Ho dovuto leggere centinaia di articoli sulla band, dozzine di libri sulla sociologia della musica e del rock. Ho guardato ore di filmati sulla musica e sugli U2. Poi nel 2000 mio marito è andato a lavorare in Kuwait, dove sono stata spesso anche io prima di ritornare in Francia per finire la tesi, che ho discusso nel novembre del 2003. Poi ho iniziato a lavorare all’adattamento della tesi per il grande pubblico. Ho deciso di scrivere il libro in inglese perché il pubblico anglofono o che comunque parla inglese è più vasto e quindi avrei raggiunto un numero maggiore di persone. In più, volevo che il mio editore fosse irlandese per evidenti ragioni (gli U2 sono irlandesi e io ho dei profondi legami con quel Paese). Ma ancora prima di cercare un editore, ho voluto contattare dei fan per aggiungere un epilogo al libro che non esisteva nella tesi e per questo ho trovato U2achtung su internet e l’ho contattato. L’idea era quella di permettere ai fan di parlare del loro gruppo preferito.


Mi sono stati di grande aiuto e grazie a loro sono potuta entrare in contatto con dei fan francesi. Ne ho incontrati alcuni con i quali ho fatto delle interviste, partendo da un questionario. Ad altri ho inviato lo stesso questionario tramite posta elettronica. Ho anche contattato dei fan di tutto il mondo attraverso il sito U2interference.


U2achtung.com: Coma mai un professore universitario ha accettato una tesi sugli U2?


Visnja Cogan: Bella domanda! In Francia abbiamo uno spirito un po’ troppo classico e aver trovato un direttore di ricerca che accettasse (e che la proponesse anche) una tesi sugli U2 è eccezionale. Nei Paesi anglosassoni i cosiddetti “studi culturali” sono molto sviluppati, si tratta dello studio dei fenomeni culturali popolari, un campo che in Francia non è considerato degno di essere studiato perché visto troppo superficiale, salvo che per gli studi sociologici. Paul Brennan era irlandese e aveva una visione meno ristretta rispetto ai certi suoi colleghi. Ha per la gran parte messo su da solo la specialità di studi irlandesi all’interno del filone degli studi anglofoni in Francia. Era un appassionato di molte materie e si interessava a tantissime altre cose oltre i suoi studi sull’Irlanda e ha permesso a un gran numero di studenti di scoprire un Paese che all’epoca non era così alla moda come oggi.


U2achtung.com: Parli di lui al passato perché sfortunatamente non ha avuto il tempo di vedere la pubblicazione del tuo libro. Così gli rendi un vibrante omaggio.


Visnja Cogan: Effettivamente, Brennan è morto. Paul era formidabile, incoraggiava i suoi studenti, li sosteneva, era prodigo di consigli e stratagemmi per portare avanti i loro progetti e io ho avuto la grande opportunità di lavorare sotto la sua direzione. Senza di lui, credo che questo libro non sarebbe esistito. Paul Brennan è stato il catalizzatore della sua creazione.


U2achtung.com: Quale problematica è stata affrontata nella tua tesi?


Visnja Cogan: Gli U2 e lo sviluppo della cultura rock irlandese. Questa tesi è uno studio sugli U2, gruppo rock irlandese, sull’impatto che hanno avuto sullo sviluppo della cultura rock in Irlanda, sulla loro opera e sul fenomeno che hanno generato. Gli U2 sono un prodotto della cultura irlandese? Che posto occupano in questa cultura? Fino a che punto hanno contribuito ad arricchirla? Quali sono le ragioni della loro longevità? Sono legate al loro essere irlandesi o alla natura stessa del gruppo e dei membri che ne fanno parte? A livello internazionale, le origini degli U2 hanno avuto un’influenza sul modo in cui essi sono visti e sul loro successo?


Questo lavoro cerca di mettere in evidenza le strategie che il gruppo ha adottato per la riuscita nel proprio ambiente. Cerca allo stesso tempo di comprendere il ruolo della politica all’interno del gruppo, l’importanza dell’immagine degli U2, se il mito degli anni 80 è l’opera del gruppo, in che maniera i membri l’hanno rielaborato e perché nessun altro gruppo rock irlandese è riuscito ad ottenere lo stesso successo.


U2achtung.com: Dunque questi sono i temi affrontati nel tuo libro? Puoi dirci cosa ti ha colpito di più in questo studio?


Visnja Cogan: In realtà, ho preso la conclusione della mia tesi, in cui sostengo che esistono otto costanti riguardo gli U2 (la comunità, l’irlandesità l’indipendenza, la creatività, la spiritualità, la coscienza sociale, l’ambizione e i fan). Da questo ne ho tratto dei capitoli aggiungendo la nozione di immagine e di mito, parlando anche delle diverse generazioni che gli U2 hanno influenzato. Ho pensato che, in questo modo, il mio lavoro sarebbe stato più accessibile al grande pubblico. Quanto a cosa mi ha colpito di più, probabilmente è stato il piacere che ho provato nello scrivere questo libro. La mia passione per il gruppo mi ha permesso di superare le difficoltà che ho incontrato. Ho anche imparato molte cose su me stessa grazie alla tesi e al libro, in particolare che ci vuole molta pazienza per arrivare alla fine di un progetto così vasto. E’ un sogno che si è realizzato!


U2achtung.com: Perché hai contattato U2achtung?

Visnja Cogan: Perché mi è sembrato, e avevo ragione, che fosse il più grande sito di fan in Francia, ma anche il migliore. In più, siete così simpatici! Mi avete davvero aiutata. Bravi a tutti per l’eccellente lavoro che svolgete!


U2achtung.com: Grazie ancora Visnja! Come si sono svolti i colloqui e i questionari? Come sono stati scelti i partecipanti?


Visnja Cogan: Li ho scelti in Francia grazie all’aiuto dello staff di U2achtung, ma non ne volevo troppi altrimenti sarebbe diventata una cosa troppo artificiale. Quando ho contattato U2interference, ho lanciato un appello dicendomi… vediamo cosa succede. Il giorno dopo avevo ricevuto un centinaio di risposte e ho inviato a tutti un questionario tradotto in inglese. Ho ricevuto circa 55 risposte (altri mi hanno inviato le loro risposte troppo tardi e non ho potuto includerle). Mi sono quindi ritrovata con 70 colloqui/questionari da selezionare. Dura, dura! Ma alla fine è stato abbastanza semplice perché ho deciso di dividere l’epilogo in 9 parti che corrispondevano ai temi trattati nel libro e nei questionari. Scegliere chi nominare non è stato facile perché tutte le risposte erano interessanti ma ho dovuto fare una scelta e spero che quelli che non sono stati citati non me ne vorranno!


U2achtung.com: Quali sono state le tappe che ti hanno portato a completare l’edizione di questo libro?


Visnja Cogan: Prima di tutto, ho inviato dei campioni di capitoli, una lettera di motivazione, un curriculum e un riassunto di ogni capito del libro a 5 potenziali editori, di cui 3 in Irlanda. Il primo che mi ha risposto è stato quello che mi interessava di più. Il tempo tra l’invio e la risposta è stato di tre settimane, davvero poco. Quando ho ricevuto l’e-mail, ero in Irlanda e mi stavo preparando per un colloquio, e per fortuna ero seduta! Perché non mi aspettavo una risposta positiva così rapida. Ho potuto incontrare il mio futuro editore qualche giorno più tardi e subito ho saputo che sarebbe stato proprio lui! Una piccola ma famosa casa editrice irlandese, con bei libri all’attivo tutti basati sul tema dell’Irlanda. Mi sono sentita come se avessi vinto la lotteria! Poi c’è stata la negoziazione del contratto etc. L’ho firmato in pubblico in un pub a Cork, dove aveva avuto luogo il mio colloquio, e il mio editore mi ha detto che era la prima volta che firmava un contratto faccia a faccia con l’autore! Ma abbiamo dovuto fare le cose con rapidità. Infatti avevamo appena saputo che “U2 by U2” non sarebbe più stato pubblicato nel giugno 2005 come previsto ma nel settembre 2006, il periodo inizialmente previsto per l’uscita del mio libro. Io e il mio editore ci siamo guardati e gli ho detto :” Allora sono fregata!”, e lui mi ha risposto: “Lo dici tu, non io”. Abbiamo deciso che il libro sarebbe uscito nella primavera del 2006!


U2achtung.com: Cos’è “U2 by U2”?


Visnja Cogan: E’ una biografia degli U2 curata dal giornalista e grande amico della band, Neil McCormick. Tra l’altro non vedo l’ora che esca!


U2achtung.com: Interessante… Ma ritorniamo al libro che oggi ci sta più a cuore!


Visnja Cogan: Con tutto il lavoro che avevo da fare, mi sono detta che avevo tutto l’interesse a sbrigarmi. E infatti, ho inviato una prima bozza alla fine di giugno, senza l’epilogo né la conclusione. Poi ho sgobbato durante l’estate con una bella bronchite. Ad ottobre abbiamo fatto una prima prova della copertina, ma non andava bene, così l’abbiamo rispedita al mittente! Poi, ancora prima che il mio editore me la chiedesse, a metà novembre la versione finale era pronta! Allo stesso tempo, ho inviato delle domande di autorizzazione alla Universal Music per citare degli estratti dai testi. Fino ad ora, nessuna risposta! Incredibile ma vero! Ma noi ci siamo messi al sicuro con una dichiarazione sui diritti d’autore del libro.


Poi è arrivato Natale e altri piccoli lavori da fare, per esempio tutto un capitolo mancante che ho dovuto inviare di nuovo. Poi è arrivato il momento delle correzioni, che è stato piuttosto duro ma simpatico, dato che il correttore, una donna, era davvero geniale. Si è scusata mille volte di dovermi “criticare” su certe piccole cose (le ho detto che quando si fa una tesi, ci si abitua a queste cose!) ma i problemi sono sorti soprattutto con l’introduzione (scrivere in ambiente universitario è molto diverso che farlo per il grande pubblico) e con il capitolo sull’immagine e il mito, che ci ha dato filo da torcere dato che bisognava spiegare i concetti con parole semplici. Poi ci sono volute due giornate intere di rilettura (ero diventata quasi strabica alla fine), poi ho fatto l’indice! Che felicità! Poi ci siamo interrotte perché un pezzo del testo era stato ripetuto, perciò era impossibile continuare oltre la pagina 173. Che panico! E poi, era nel fine settimana! Quindi il lunedì ho finito l’indice a passo di marcia tra le 4 e le 6.30 del pomeriggio! Il giorno dopo, i libro è partito per la stampa e io sono andata a Annecy per far visita a mio fratello. E sinceramente, speravo che non ci fossero più problemi. Ma evidentemente non era così: avevo dimenticato di mettere due voci dell’indice, una in particolare era su Adam Clayton. Come avevo fatto a dimenticarlo? Senza dubbio per la troppa fatica! Poi sono arrivate le foto, quali prendiamo? Visnja, puoi contattare quel tale per fartele inviare di nuovo a 300 dpi? Puoi contattare quell’altro per lo stesso motivo? Quando? Adesso? Ma, non ho il suo numero di telefono, soltanto l’indirizzo e-mail, è in Canada! Sì, ma alla stampa ne hanno bisogno adesso! Alla fine, adesso mi sembrano piccole cose senza importanza, perché nell’insieme la parte più grossa era fatta, anche se con un po’ di ritardo.


U2achtung.com: Abbiamo visto che la prefazione del tuo libro è stata scritta da Dave Fanning. Come ha accettato?


Visnja Cogan: Il mio editore gli ha inviato la versione finale non corretta e ha subito accettato di leggerla. Speravo che accadesse perché era molto importante per me che fosse il primo a leggerla e a criticarla. E quando il mio editore mi ha detto che aveva accettato di fare la prefazione, ho fatto salti di gioia.


U2achtung.com: Sei una fan degli U2, non è stata troppo dura essere obiettiva su un tema del genere?


Visnja Cogan: Da un parte, scrivere una tesi sugli U2 è stato difficile, dato che la passione a volte può prendere il sopravvento e far dimenticare l’obiettività. Detto questo, esiste veramente l’obiettività? Soprattutto, quando si studiano degli esseri umani? Ho cercato di essere obiettiva ma soprattutto di rispettare l’onestà intellettuale di cui si parla tanto. Per il libro è stato più semplice poiché ho potuto dire quello che pensavo veramente, cosa amavo di più o di meno e questo è stato liberatorio.


U2achtung.com: Qual è il tuo album preferito?

Visnja Cogan: Il mio album preferito degli U2? Difficile da dire. The Unforgettable Fire resta il mio preferito degli anni 80 per la sua poesia, per la sua atmosfera eterea, la sua musica che fa sognare, impregnata d’Irlanda. E per gli anni 90 adoro Zooropa, soprattutto la canzone che porta il titolo dell’album, che rappresenta bene il mondo postmoderno nel quale viviamo,con un tocco di speranza. L’ultimo album è anche molto forte e mi tocca tanto, soprattutto “Crumbs From Your Table” e “Original of the Species”.


Quanto ai concerti, quando rivedo l’esibizione degli U2 al Live Aid, rivedo il momento il cui li ho visti per la prima volta al POPB nel febbraio del 1985. E adoro il film “Rattle and Hum”, che ho visto al cinema a Londra nel novembre del 1988, la versione assolutamente geniale di “Helter Skelter” e anche “All Along the Watchtower”, così come “Sunday Bloody Sunday” e la rabbia di Bono quando parla con veemenza contro l’IRA e l’attentato a Enniskillen nell’Irlanda del Nord. Anche il loro senso dell’umorismo è presente nella sequenza dal Point Depot dove ripetono “Desire”. Anche lo Zoo Tv a Dublino resta un momento indimenticabile, soprattutto il momento in cui Bono telefona a casa sua e gli risponde la segreteria telefonica con la voce della figlia maggiore che allora aveva 4 anni e che ordina di togliere le corna prima di ritornare a casa!


U2achtung.com: E l’Irlanda?

Visnja Cogan: Gli irlandesi sono persone con cui è facile convivere, sono divertenti, ironici, a volte troppo apatici quando si tratta di fare rivendicazioni politiche e sociali, ma sempre affascinanti. Lavorare in Irlanda è spesso più semplice che in Francia dal punto di vista relazionale. Tutti si chiamano per nome e non esistono Monsieur o Madame… E le persone che lavorano nell’amministrazione sono più disponibili. Solo il tempo può sciupare queste relazioni cordiali. Un po’ idilliaco? Certo! Ma quando si prende un taxi e l’autista inizia a raccontare la sua vita, è una cosa unica! E quando gli dite che state scrivendo un libro sugli U2, la reazione è di stupore, ma piena di buoni sentimenti nei confronti della band. Detto questo, la relazione dei membri degli U2 con i compatrioti è stata sempre un po’ complicata, soprattutto con Bono. Si ha l’impressione che prima del 2000, quando apriva la bocca per parlare, fosse il portavoce di tutti gli irlandesi. Inevitabilmente si sentivano responsabili e gli dicevano di tacere e cantare! Quante volte ho sentito questo genere di discorso! Ma il gruppo ha conquistato un rispetto totale da parte dei propri compatrioti nel corso degli anni e la velocità con cui i biglietti dei concerti dell’ultimo tour si sono venduti in Irlanda è una prova indiscutibile che tutti volevano andare a vederli. Oggi, dunque, le cose sono cambiate. La controversia è (quasi) scomparsa e ci sono poche voci che si elevano contro quello che Bono dice o fa, tranne, ogni tanto, gli inevitabili Vincent Browne e Kevin Meyers dell’Irish Time, che fanno parte dei cinici. E anche loro iniziano ad essere meno violenti.


U2achtung.com: Hai desiderato incontrare i membri del gruppo per questo libro?


Visnja Cogan: Il mio editore ha tentato di fissare un appuntamento attraverso il Principle Management, ma ha ricevuto un rifiuto chiaro e netto. I cerberi degli U2 fanno la guardia! Detto questo, un incontro non era necessario (salvo che per mio piacere) poiché io avevo il ruolo di osservatrice. Ma certamente, sono curiosa di conoscere le loro reazioni al libro!


U2achtung.com: E ora cosa succederà?

Visnja Cogan: “E ora cosa farò?” diceva Bécaud. Sono alla ricerca di un posto di insegnante-ricercatore in una università in Irlanda. Curiosamente, la mia non è una specialità corrente in Irlanda. Ma ho anche idee per altri libri, in particolare sull’industria della musica. Mi piacerebbe anche che “U2, An Irish Phenomenon” fosse tradotto in francese e in altre lingue affinché le persone che non parlano inglese possano leggerlo. Sono in attesa di una risposta dal mio editore, incrociamo le dita!


U2achtung.com: Noi le incrociamo con te! Anche noi speriamo di poterlo leggere in francese! Come fare per procurarsi il libro per chi volesse migliorare il proprio inglese?


Visnja Cogan: Possono visitare il sito del mio editore (www.collinspress.ie) o www.amazon.co.uk. Se per caso andate in Irlanda, il libro è in tutte le migliori librerie!


U2achtung.com: Se chi legge il sito volesse farti delle domande, risponderesti sul nostro forum e/o organizzeresti una chat una sera?


Visnja Cogan: Ma certo, con grande piacere!


U2achtung.com: Grazie Visnja e a presto.


Grazie a U2achtung.com, qui l'intervista in francese.


Scritta da: Rudy il 01/06/2006

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